venerdì 27 novembre 2009

Le obbligazioni pecuniarie

"Le obbligazioni pecuniarie"
L’art 1277 c/c stabilisce un principio generale di notevole importanza:
I debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale.
Viene quindi introdotto il principio nominalistico in base al quale il debitore si libera del suo obbligo semplicemente corrispondendo al creditore la cifra pattuita, senza tener conto della variazione del valore della moneta tra il giorno in cui l’obbligo è sorto e quello del pagamento.
Quindi oggetto dell’obbligazione pecuniaria è la somma nominale di denaro, non il suo reale potere di acquisto.
Tale principio, se serve a dare certezza al debitore sulla somma da pagare, può recare grave danno al creditore soprattutto in periodi di forte inflazione.
Per superare tale inconveniente di solito, i creditori si premuniscono contro le variazioni di valore della moneta mediante apposite clausole di adeguamento monetario con le quali agganciano il
credito a determinati parametri. Tali clausole possono fare riferimento al valore di determinati beni (clausola merce) o dell’oro (clausola oro).
Alla scadenza dell’obbligo, il debitore dovrà restituire non la somma di denaro nominale, ma la quantità di denaro necessario per poter acquistare la stessa quantità di merce o di oro che si poteva acquistare quando l’obbligo sorse.
Più di frequente indicizzano il
credito all’andamento del costo della vita accertato dall’ISTAT ( Istituto centrale di Statistica).
Le obbligazioni pecuniarie del codice civile producono interessi ciò significa che il denaro produce frutti (interessi).
Questi interessi sono dovuti anche se non sono stati pattuiti tra le parti.
Nel caso di cui sopra gli interessi che verranno applicati saranno gli interessi legali cioè quelli stabiliti dalla legge che attualmente sono dello 0,250%.
Nel caso che il creditore e il debitore si mettono d'accordo per interessi 0% (TAEG 0) occorre che la dichiarazione sia messa per iscritto.
Nell'ipotesi che il creditore richieda gli interessi superiori a quelli legali la richiesta dev'essere fatta per iscritto.
Sono vietati dalla legge gli interessi usurari (USURA).
Questi interessi sono eccessivi che approfittano del bisogno del poveretto che richiede le somme di denaro.
Sono ridotti dalla legge automaticamente allo 0%.
"TAEG"
Il T.A.E.G. (Tasso Annuo Effettivo Globale) si pone l'obiettivo di rappresentare nel modo più completo ed esatto possibile il costo di un finanziamento. Si tratta di un tasso puramente virtuale. Non viene infatti utilizzato per calcolare le rate. Piuttosto è un indicatore, una cifra in grado di dichiarare il costo globale del prestito. Il grande vantaggio del TAEG è il suo utilizzo ai fini comparativi. Confrontando il TAEG di due mutui si acquisisce immediatamente l'idea di quale costi di più e di quanto. Vediamo allora come differisce dal Tasso Annuo Nominale, con cui abbiamo tutti più confidenza. Nelle considerazioni sui tassi è consuetudine misurare la spesa annua in interessi. Un costo di 50 Euro su un finanziamento di 1.000 Euro rimborsato dopo un anno vuol dire pagare il 5%. Ciò corrisponde al Tasso Annuo Nominale (T.A.N.) del prestito. Nella sua semplicità questa considerazione non tiene conto di due elementi complementari e non trascurabili:
1.Il tipo di rimborso
2.Le spese dell'operazione
"Credit Spread"
Con credit spread si indicano tutta una serie di misure che servono per determinare quanto un investitore viene pagato per essere compensato per assumere il rischio d'interesse intrinseco nel titolo. Tra le ben conosciute misure di credito ci sono yield spread, asset swap spread, option adjusted spread (OAS), zero volatility spread, discount margin, default swap spread, hazard rate.
L'interest spread è il differenziale tra il tasso d'interesse su strumenti di debiti emessi da paesi emergenti e un tasso d'interesse di riferimento, costituito dal rendimento di obbligazioni emesse da paesi industrializzati, con la stessa denominazione valutaria e la stessa maturità.
I paesi industrializzati, dotati generalmente di un sistema economico e finanziario stabile ed affermato, godono di una situazione creditizia migliore dei paesi in via di sviluppo e, in generale, di un minore rischio paese; ciò determina una minore rischiosità degli investimenti nei titoli di questi paesi e un minore tasso d'interesse. Viceversa, secondo la stessa logica, i tassi d'interesse sul debito dei paesi emergenti sono più elevati e comportano un maggiore costo del debito.
"Gli interessi legali, moratori, convenzionali e usurari"
Parlando in termini strettamente giuridici gli interessi sono una particolare obbligazione accessoria di tipo pecuniario che si aggiunge ad una obbligazione detta invece principale.
  • Interessi legali.
  • Interessi convenzionali.
  • Interessi moratori.
  • Interessi usurari.

Gli interessi legali: Il tasso di interesse legale è fissato dal legislatore, ovvero il Ministro del Tesoro, con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (si veda l’apposita tabella); per il calcolo è disponibile un apposito servizio.

Gli interessi convenzionali: Il tasso di interesse convenzionale viene fissato contrattualmente dalle parti. La determinazione del tasso, se superiore a quello legale, deve essere stabilita per iscritto; in caso contrario gli interessi sono dovuti nella misura fissata dalla legge (art. 1284 c.c., terzo comma).

Gli interessi moratori: Sono interessi dovuti dal debitore in ritardo nel pagamento del proprio debito (debitore in mora). Costituiscono una sorta di risarcimento del danno causato dal ritardato pagamento e pertanto devono essere corrisposti anche se non previsti contrattualmente. Se, prima della messa in mora, erano dovuti interessi ad un tasso convenzionale gli interessi moratori devono essere calcolati nella stessa misura.

Gli interessi usurari: Il Ministero del Tesoro rileva trimestralmente il Tasso Effettivo Globale Medio degli interessi praticati dalle Banche e dagli intermediari finanziari. I tassi medi rilevati, aumentati della metà, costituiscono il livello massimo oltre il quale si configura il reato di usura.


venerdì 13 novembre 2009

La multiproprietà

"Che Cos’è la multiproprietà"

La "multiproprietà", conosciuta anche sotto la denominazione inglese di "timeshare" o
“timesharing", è un'idea relativamente recente. Nasce infatti nel 1965 in Francia a
Super Dévoluy, una stazione sciistica delle Alpi francesi, quando "la Societé des
Grands Travaux"
di Marsiglia ottenne la registrazione del marchio Multiproprieté.
Lo slogan commerciale era "non affittate più la stanza, comprate l'albergo: è più
conveniente".
La nuova formula ha quindi attraversato I’Atlantico e si è sviluppata negli Stati Uniti
a partire dagli anni Settanta, particolarmente in Florida, dove riscosse un immediato
successo.
La multiproprietà nasce dalla "duplice esigenza" di rendere più accessibile l'acquisto di
un appartamento per le vacanze da un lato e dall'altro di "sfruttare" in modo più
razionale il patrimonio immobiliare di una località di villeggiatura, solitamente
utilizzato solo per pochi giorni all’anno.
La formula della multiproprietà si basa sul concetto di "godimento turnario":
l’acquisto del diritto di proprietà su di un appartamento di un complesso turistico
attrezzato per un periodo limitato (da una settimana ad un mese) che si rinnova nel
corso degli anni, dai 10 ai trenta a seconda del contratto. Il complesso turistico in cui sono collocati gli appartamenti venduti in multiproprietà è generalmente affidato ad una società specializzata nella gestione di strutture turistico ricettive. La società di gestione si occupa della consegna e riconsegna delle unità abitative, del ricevimento dei clienti, delle pulizie, delle manutenzioni, del funzionamento di tutte le facilities messe a disposizione del multiproprietario (bar, ristorante, negozi, impianti sportivi e ricreativi, dell'animazione, ecc).

venerdì 6 novembre 2009

diritto privato lezioni risoluzione contratto

diritto privato lezioni risoluzione contratto

Diritto civile

Diritto civile