I debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale.
Viene quindi introdotto il principio nominalistico in base al quale il debitore si libera del suo obbligo semplicemente corrispondendo al creditore la cifra pattuita, senza tener conto della variazione del valore della moneta tra il giorno in cui l’obbligo è sorto e quello del pagamento.
Quindi oggetto dell’obbligazione pecuniaria è la somma nominale di denaro, non il suo reale potere di acquisto.
Tale principio, se serve a dare certezza al debitore sulla somma da pagare, può recare grave danno al creditore soprattutto in periodi di forte inflazione.
Per superare tale inconveniente di solito, i creditori si premuniscono contro le variazioni di valore della moneta mediante apposite clausole di adeguamento monetario con le quali agganciano il credito a determinati parametri. Tali clausole possono fare riferimento al valore di determinati beni (clausola merce) o dell’oro (clausola oro).
Alla scadenza dell’obbligo, il debitore dovrà restituire non la somma di denaro nominale, ma la quantità di denaro necessario per poter acquistare la stessa quantità di merce o di oro che si poteva acquistare quando l’obbligo sorse.
Più di frequente indicizzano il credito all’andamento del costo della vita accertato dall’ISTAT ( Istituto centrale di Statistica).
2.Le spese dell'operazione
L'interest spread è il differenziale tra il tasso d'interesse su strumenti di debiti emessi da paesi emergenti e un tasso d'interesse di riferimento, costituito dal rendimento di obbligazioni emesse da paesi industrializzati, con la stessa denominazione valutaria e la stessa maturità.
I paesi industrializzati, dotati generalmente di un sistema economico e finanziario stabile ed affermato, godono di una situazione creditizia migliore dei paesi in via di sviluppo e, in generale, di un minore rischio paese; ciò determina una minore rischiosità degli investimenti nei titoli di questi paesi e un minore tasso d'interesse. Viceversa, secondo la stessa logica, i tassi d'interesse sul debito dei paesi emergenti sono più elevati e comportano un maggiore costo del debito.
- Interessi legali.
- Interessi convenzionali.
- Interessi moratori.
- Interessi usurari.
Gli interessi legali: Il tasso di interesse legale è fissato dal legislatore, ovvero il Ministro del Tesoro, con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (si veda l’apposita tabella); per il calcolo è disponibile un apposito servizio.
Gli interessi convenzionali: Il tasso di interesse convenzionale viene fissato contrattualmente dalle parti. La determinazione del tasso, se superiore a quello legale, deve essere stabilita per iscritto; in caso contrario gli interessi sono dovuti nella misura fissata dalla legge (art. 1284 c.c., terzo comma).
Gli interessi moratori: Sono interessi dovuti dal debitore in ritardo nel pagamento del proprio debito (debitore in mora). Costituiscono una sorta di risarcimento del danno causato dal ritardato pagamento e pertanto devono essere corrisposti anche se non previsti contrattualmente. Se, prima della messa in mora, erano dovuti interessi ad un tasso convenzionale gli interessi moratori devono essere calcolati nella stessa misura.